“ È inammissibile il ricorso per cassazione allorquando la procura, apposta su foglio separato e materialmente congiunto al ricorso ex art. 83 c.p.c., comma 2, contenga espressioni incompatibili con la proposizione dell’impugnazione e con la specialità richiesta ed anzi dirette ad attività proprie di altri giudizi e fasi processuali”: questa la massima di Cass. sez. Lav., Rel. Amendola, 2.7.2019, n 17708.

In sede di motivazione è dato leggere “… Invero il ricorso risulta privo di idonea procura speciale ex art. 365 c.p.c., in quanto il mandato contenuto in foglio separato in calce all’atto, non solo non contiene alcun riferimento alla sentenza impugnata nè reca alcuna data ma letteralmente si riferisce ad un mandato conferito per “tutte le fasi e gradi del presente giudizio, anche per la sua esecuzione, e ad ogni relativa impugnazione…. nonchè per l’opposizione all’esecuzione ed agli atti esecutivi e per i relativi gradi e fasi del giudizio e per la esecuzione mobiliare anche presso terzi ed immobiliare, il pignoramento in tutte le sue forme e le relative opposizioni anche proposte da terzi“.

La Corte ha conseguentemente dichiarato inammissibile il ricorso, condannando la parte ricorrente al pagamento delle spese.

La sentenza è  solo parzialmente condivisibile, in quanto, pur partendo da una giusta premessa, approda a un’errata imputazione del costo del procedimento  dichiarato inammissibile.

Infatti, come già correttamente affermato, in fattispecie sovrapponibile, da Cass. civ., sez. 2,  Rel. Manna, 12/02/2018, n. 3346, una volta dichiarato inammissibile il ricorso per difetto, originario, di procura speciale, le spese del procedimento si sarebbero dovute addossare, non già alla parte (che nessuna valida procura aveva conferito) ma direttamente al  difensore.